Conti deposito, giù i tassi di interesse

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Possedere un conto deposito è per molti italiani un modo redditizio e con rischi pari a zero per conservare i propri risparmi ottenendo su base annua interessi che nell’ultimo periodo hanno superato il 4% lordo.

Ma il 2012 ha portato con sé novità importanti e possedere un conto deposito potrebbe non essere più così conveniente. Almeno per due motivi. Il primo aspetto riguarda la mini-patrimoniale, con la quale è stata introdotta l’imposta di bollo dello 0,10% sui depositi, da un minimo di 34,20 ad un massimo di 1.200 euro. Il secondo aspetto è quello dei tassi di interesse offerti dagli istituti di credito che ultimamente stanno subendo delle variazioni al ribasso. La motivazione è semplice da comprendere: grazie ai prestiti a tre anni offerti dalla Banca centrale europea, le banche hanno potuto beneficiare di liquidità immediata da reinvestire nel sistema interbancario, potendo così tirare un sospiro di sollievo, almeno per il momento.

Ma allora investire in un conto deposito conviene ancora? La cosa migliore da fare è valutare singolarmente ciascun caso, tenendo conto di costi e benefici. Per far ciò è fondamentale leggere le condizioni contrattuali delle varie banche, per capire quali sceglieranno di sostenere l’imposta di bollo al posto dei clienti e quali continueranno ad applicare tassi vantaggiosi.

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Roberto S.

Laureato al Dams indirizzo musicale con una tesi di laurea in filosofia della musica, si divide tra la redazione di contenuti promozionali e la programmazione lato web per il mondo Linux e Microsoft. Nel poco tempo libero che gli resta trova anche il modo di suonare il sax.

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